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IL MECCANISMO DI ADEGUAMENTO DEL CARBONIO ALLE FRONTIERE (CBAM): UN NUOVO STRUMENTO PER LA SOSTENIBILITA’

11. 2. 2025

Il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) è uno strumento dell’Unione Europea progettato per garantire che il prezzo delle emissioni di carbonio incorporato nei beni importati sia equivalente a quello dei prodotti realizzati all’interno dell’UE. Questo meccanismo mira a prevenire la “fuga di carbonio”, fenomeno in cui le aziende trasferiscono la produzione in paesi con normative ambientali meno rigorose, causando un aumento complessivo delle emissioni globali.

 

Come funziona?

Il CBAM è entrato in vigore in una fase transitoria il 1º ottobre 2023, durante la quale gli importatori devono segnalare trimestralmente le emissioni di gas serra incorporate nei beni importati, senza obblighi finanziari immediati. Questa fase transitoria durerà fino al 31 dicembre 2025. A partire dal 1º gennaio 2026, il CBAM sarà pienamente operativo, richiedendo agli importatori di acquistare certificati CBAM per coprire le emissioni incorporate nei loro prodotti. Dunque, quando il CBAM entrerà in piena operatività nel 2026, gli importatori di prodotti soggetti al meccanismo dovranno acquistare certificati CBAM per compensare le emissioni di carbonio incorporate nei beni che introducono nell’UE.

Questi certificati funzionano in modo simile al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), in cui le aziende europee devono pagare per le loro emissioni di CO₂. L’Emission Trading System (ETS) è il principale strumento dell’UE per ridurre le emissioni di CO₂ nel settore energetico e industriale. Funziona con un sistema di cap-and-trade, imponendo un limite massimo alle emissioni e permettendo alle aziende di acquistare e vendere crediti di carbonio per coprire  le emissioni che superano il tetto massimo.

Nel tempo, il tetto massimo di emissioni si riduce, aumentando il costo delle quote e incentivando le aziende a investire in tecnologie più sostenibili. L’ETS copre settori come l’industria pesante, la produzione di energia e il trasporto aereo, e verrà esteso dal 2027 anche al riscaldamento degli edifici e al trasporto su strada (ETS 2).

Il CBAM è un’estensione dell’ETS alle importazioni, con l’obiettivo di evitare che i produttori extra-UE abbiano un vantaggio competitivo producendo in paesi con normative ambientali più deboli e poi esportando nell’Unione senza costi aggiuntivi legati alle emissioni.

Inoltre, il prezzo dei certificati CBAM sarà calcolato in base al prezzo medio settimanale delle quote di emissione del sistema ETS dell’UE. In pratica, più emissioni sono incorporate in un prodotto importato, più certificati CBAM l’importatore dovrà acquistare per poterlo immettere nel mercato europeo.

 

Settori coinvolti e impatti economici

Attualmente, il CBAM si applica a settori ad alta intensità di carbonio come ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, elettricità e idrogeno. L’obiettivo è incoraggiare una produzione industriale più pulita nei paesi non appartenenti all’UE, garantendo al contempo che gli obiettivi climatici dell’UE non siano compromessi da importazioni più economiche ma più inquinanti.

Recentemente, la Commissione Europea ha proposto di esentare oltre l’80% delle aziende dell’UE dal nuovo meccanismo CBAM, concentrandosi solo sui maggiori importatori responsabili della maggior parte delle emissioni. Questa mossa mira a ridurre i costi di conformità per le imprese, in linea con l’obiettivo dell’UE di ridurre la burocrazia e aumentare la produttività.

 

Impatto sul settore immobiliare

Il CBAM rappresenta un passo significativo nella politica climatica dell’UE, cercando di equilibrare la competitività industriale con la necessità di ridurre le emissioni globali di carbonio.

Tuttavia, il CBAM avrà un impatto importante sul settore immobiliare, perché aumenterà il costo di materiali da costruzione essenziali come acciaio e cemento, che sono tra i più inquinanti. Questo significa che sviluppare nuovi edifici diventerà più costoso, spingendo il mercato a trovare soluzioni alternative.

 

Una delle conseguenze principali sarà un maggiore interesse per il riutilizzo delle strutture esistenti. Le fondamenta e i telai degli edifici sono le parti che richiedono più materiali ad alta intensità di carbonio, quindi demolire e ricostruire da zero sarà sempre meno conveniente. Al contrario, le ristrutturazioni e le riqualificazioni di edifici già esistenti diventeranno un’opzione molto più vantaggiosa, perché permettono di ridurre la necessità di nuovi materiali soggetti alla tassa CBAM.

Le aziende immobiliari che sapranno adattarsi a questo cambiamento avranno un vantaggio competitivo. Chi riuscirà a ripensare gli spazi sfruttando al meglio le strutture già presenti, senza dover ricorrere troppo a nuovi materiali, sarà in una posizione di forza rispetto a chi continua a puntare solo su nuove costruzioni.

In sintesi, il CBAM renderà il costo del carbonio incorporato negli edifici un elemento chiave nelle decisioni di sviluppo immobiliare. Il futuro del settore sarà sempre più orientato verso il riuso e la sostenibilità, non solo per motivi ambientali, ma anche per una questione economica.

 

Inoltre, siccome il prezzo di materiali ad alta intensità di carbonio aumenterà, le aziende del settore immobiliare e delle costruzioni saranno spinte a cercare utilizzare materiali più sostenibili, con minore intensità di carbonio, come il legno ingegnerizzato, i mattoni riciclati o il cemento a basse emissioni, che diventeranno opzioni sempre più convenienti rispetto ai materiali tradizionali soggetti alla tassazione del carbonio.

Questo cambiamento porterà a un’evoluzione nelle pratiche di costruzione, favorendo soluzioni più ecologiche e innovative. In definitiva, il CBAM e l’ETS non solo penalizzeranno i materiali inquinanti, ma renderanno economicamente vantaggioso scegliere materiali più sostenibili, accelerando la transizione verso un’edilizia a basse emissioni di carbonio.

 

L’introduzione del CBAM segna un importante passo avanti nella strategia dell’UE per la riduzione delle emissioni globali, influenzando direttamente il commercio internazionale e il settore immobiliare. Tuttavia, restano ancora molte incognite: come reagiranno i paesi extra-UE a questa misura? Le aziende riusciranno ad adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche di costo e sostenibilità?

Mentre il mercato si prepara a questa transizione, sarà fondamentale osservare come il CBAM si evolverà e quali saranno le sue reali conseguenze sull’industria, sull’ambiente e sull’economia globale. Il futuro dipenderà dalla capacità delle imprese di innovare e trovare soluzioni che rendano la sostenibilità non solo un obbligo, ma anche un’opportunità di crescita.

 

Fonti: https://www.deloitte.com/nl/en.html , https://commission.europa.eu/index_en

Máchova 838/18, 120 00, Praga, Repubblica Ceca

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